lunedì 16 settembre 2013
sabato 14 settembre 2013
È NEL PARCO SUD, A GAGGIANO, IL PRIMO PRODOTTO LOMBARDO DELLA FILIERA LIBERA TERRA
Dall'Associazione Parco Sud
Un altro passo per sconfiggere la mafia, questa volta attraverso la dolcezza del miele: il 15 settembre prossimo a Gaggiano, comune del Parco Sud, si terrà la presentazione ufficiale del protocollo d’intesa sottoscritto da Libera, Comune di Gaggiano, Slow Food condotta corsichese, Distretto Economico Solidale Rurale Parco Sud per creare un’area di coltivazione ed installazione di alveari per la raccolta e produzione del miele biologico in ricordo delle vittime di mafia, all’interno del bosco di Gaggiano, frazione San Vito, ora denominato I cento passi. La sottoscrizione del protocollo è quindi l’atto formale che avvia, in forma sperimentale, la produzione di miele biologico con il marchio di qualità nella legalità Libera Terra nel bosco dei 100 passi, realizzato sui terreni sottratti alle mafie a partire del 2007 e oggi diventati di utilizzo pubblico. Il miele che sarà prodotto nel bosco di Gaggiano è il primo prodotto della filiera Libera Terra che viene realizzato in Lombardia. “L’antimafia sociale in Lombardia si rafforza con atti concreti -ricorda il referente di Libera in Lombardia Davide Salluzzo- e l’avvio della produzione del miele Libera Terra nella nostra regione è un traguardo fondamentale. Un altro passo in avanti nella battaglia contro le mafie, ma un nuovo punto di partenza, visto che solo valorizzando il patrimonio di esperienze del sociale si può pensare di sconfiggere la criminalità organizzata”.
Un altro passo per sconfiggere la mafia, questa volta attraverso la dolcezza del miele: il 15 settembre prossimo a Gaggiano, comune del Parco Sud, si terrà la presentazione ufficiale del protocollo d’intesa sottoscritto da Libera, Comune di Gaggiano, Slow Food condotta corsichese, Distretto Economico Solidale Rurale Parco Sud per creare un’area di coltivazione ed installazione di alveari per la raccolta e produzione del miele biologico in ricordo delle vittime di mafia, all’interno del bosco di Gaggiano, frazione San Vito, ora denominato I cento passi. La sottoscrizione del protocollo è quindi l’atto formale che avvia, in forma sperimentale, la produzione di miele biologico con il marchio di qualità nella legalità Libera Terra nel bosco dei 100 passi, realizzato sui terreni sottratti alle mafie a partire del 2007 e oggi diventati di utilizzo pubblico. Il miele che sarà prodotto nel bosco di Gaggiano è il primo prodotto della filiera Libera Terra che viene realizzato in Lombardia. “L’antimafia sociale in Lombardia si rafforza con atti concreti -ricorda il referente di Libera in Lombardia Davide Salluzzo- e l’avvio della produzione del miele Libera Terra nella nostra regione è un traguardo fondamentale. Un altro passo in avanti nella battaglia contro le mafie, ma un nuovo punto di partenza, visto che solo valorizzando il patrimonio di esperienze del sociale si può pensare di sconfiggere la criminalità organizzata”.
sabato 7 settembre 2013
CORNAREDO, IL COMUNE METTE IN VENDITA 76.000 MQ NEL PARCO AGRICOLO
Dall'Associazione Parco Sud
Stravolgere, per fini puramente speculativi, i valori ambientali, le tradizioni colturali, l'identità dei luoghi. È quanto potrebbe succedere a Cornaredo, dove l'amministrazione di centro destra, guidata dal sindaco leghista Luciano Bassani, ha messo all'asta 75.778 mq di terreni agricoli del Parco Sud di proprietà comunale per fare cassa. Non solo terreni, ma anche aziende agricole con residenze, fienili, stalle, boschi. Tutto, cedere tutto per creare un tesoretto di 1.274.056 euro: è stata questa la base dell'asta. Ma si tratta di un patrimonio che appartiene alla comunità. I terreni agricoli pubblici dovrebbero essere beni comuni inalienabili e gestiti dalle comunità locali! O quantomeno, si dovrebbe vincolarli al solo uso. agricolo.
Stravolgere, per fini puramente speculativi, i valori ambientali, le tradizioni colturali, l'identità dei luoghi. È quanto potrebbe succedere a Cornaredo, dove l'amministrazione di centro destra, guidata dal sindaco leghista Luciano Bassani, ha messo all'asta 75.778 mq di terreni agricoli del Parco Sud di proprietà comunale per fare cassa. Non solo terreni, ma anche aziende agricole con residenze, fienili, stalle, boschi. Tutto, cedere tutto per creare un tesoretto di 1.274.056 euro: è stata questa la base dell'asta. Ma si tratta di un patrimonio che appartiene alla comunità. I terreni agricoli pubblici dovrebbero essere beni comuni inalienabili e gestiti dalle comunità locali! O quantomeno, si dovrebbe vincolarli al solo uso. agricolo.
Giù le mani dal Parco
Ma se sono territori nel Parco Sud, non si possono ipotizzare speculazioni edilizie, obietterà qualcuno. Non è proprio così. Purtroppo vi sono molte vie, neppure troppo contorte, che consentirebbero lo sfruttamento dei terreni per speculazioni edilizie, oppure per impianti di biogas o altre tecnologie della cosiddetta green economy, che comunque sottraggono terra all'agricoltura. Sono centinaia i casi che lo dimostrano, basta leggere le delibere dell'Ente Parco Agricolo Sud Milano, tra cui per esempio spiccano i 100.000 mq di Vignate tolti al Parco per trasformare il terreno in un centro logistico, o i 50.000 mq di Rosate, per ampliare un'industria. E poi, tutte le "concessioni" per infrastrutture viarie o di impianti fotovoltaici. Il Parco, dalla sua nascita -nel 1990-ad oggi ha perso milioni di mq, grazie all'inventiva perversa, ben lontana dal proteggerne l'agricoltura, motivo per cui è stato strenuamente voluto.
Ma se sono territori nel Parco Sud, non si possono ipotizzare speculazioni edilizie, obietterà qualcuno. Non è proprio così. Purtroppo vi sono molte vie, neppure troppo contorte, che consentirebbero lo sfruttamento dei terreni per speculazioni edilizie, oppure per impianti di biogas o altre tecnologie della cosiddetta green economy, che comunque sottraggono terra all'agricoltura. Sono centinaia i casi che lo dimostrano, basta leggere le delibere dell'Ente Parco Agricolo Sud Milano, tra cui per esempio spiccano i 100.000 mq di Vignate tolti al Parco per trasformare il terreno in un centro logistico, o i 50.000 mq di Rosate, per ampliare un'industria. E poi, tutte le "concessioni" per infrastrutture viarie o di impianti fotovoltaici. Il Parco, dalla sua nascita -nel 1990-ad oggi ha perso milioni di mq, grazie all'inventiva perversa, ben lontana dal proteggerne l'agricoltura, motivo per cui è stato strenuamente voluto.
Ma il pressante conflitto tra agricoltura e urbanizzazione è in continuo svolgimento: e, nel caso specifico, si tratta di un'area molto vicina a quella dell'Expo 2015, dove pare che, in termini di cementificazione, tutto sia consentito.
L'erosione del suolo
Sono questi i nostri amministratori, incuranti del consumo del suolo agricolo (la superficie coltivata è passata in 40 anni da 18 a 13 milioni di ettari), che ha penalizzato soprattutto aree fertili come la Pianura Padana: l'agricoltura italiana ha perso una superficie pari a Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Un'erosione continua considerando che, secondo i dati del ministero delle Politiche agricole, si cementificano ogni giorno 100 ettari di suolo.
L'erosione del suolo
Sono questi i nostri amministratori, incuranti del consumo del suolo agricolo (la superficie coltivata è passata in 40 anni da 18 a 13 milioni di ettari), che ha penalizzato soprattutto aree fertili come la Pianura Padana: l'agricoltura italiana ha perso una superficie pari a Lombardia, Emilia Romagna e Liguria. Un'erosione continua considerando che, secondo i dati del ministero delle Politiche agricole, si cementificano ogni giorno 100 ettari di suolo.
Ma, per il momento, il colpo degli amministratori di questo Comune del Parco non è andato a segno! "ll primo bando è andato deserto per i prezzi alti -spiega Ernesto Galli, coordinatore della Lista Civica Cornaredo- ma purtroppo ci riproveranno e alla fine venderanno i nostri terreni e poi, sicuramente, fra qualche anno, una volta scaduti i contratti d'affitto con gli agricoltori, troveranno il modo di spargere altro cemento!"
Galli si sta impegnando anche su un altro fronte: contro la trivellazione di 4 nuovi pozzi di oltre i 150 metri di profondità che Cap Holding, società a capitale interamente pubblico che gestisce il patrimonio idrico dei Comuni, vuole realizzare a Cornaredo.
"Inutile dirlo -conclude Galli- ma lo sfascio del nostro territorio, del nostro ambiente viene proprio dalle amministrazioni locali, che fanno quello che vogliono senza informare i cittadini".
Ancora una volta non possiamo che constatare l’incapacità di questa classe politica ad amministrare nell’interesse della collettività, sperperando un bene di tutti: la nostra terra!
Galli si sta impegnando anche su un altro fronte: contro la trivellazione di 4 nuovi pozzi di oltre i 150 metri di profondità che Cap Holding, società a capitale interamente pubblico che gestisce il patrimonio idrico dei Comuni, vuole realizzare a Cornaredo.
"Inutile dirlo -conclude Galli- ma lo sfascio del nostro territorio, del nostro ambiente viene proprio dalle amministrazioni locali, che fanno quello che vogliono senza informare i cittadini".
Ancora una volta non possiamo che constatare l’incapacità di questa classe politica ad amministrare nell’interesse della collettività, sperperando un bene di tutti: la nostra terra!
TERRENI COMUNALI, ANCHE A CORBETTA LA PAROLA D'ORDINE È VENDERLI PER FARE CENTRI COMMERCIALI
Dall'Associazione Parco Sud
Niente di nuovo: anche
a Corbetta, comune del Parco Sud, gli amministratori prediligono il cemento. E
bruciano quasi 40mila mq di verde e bosco per centri commerciali e campi
sportivi. Ecco come. Si vende a un privato l'area comunale dove ora c'è il campo
sportivo, avendo cura di consentirgli di costruire case, cambiando nel Piano di
Governo del territorio (PGT) la destinazione d'uso: da servizio pubblico a
residenziale. Ma si può lasciare i concittadini senza un centro sportivo? Certo
che NO! Lo stesso privato, su un'altra area comunale, echissenefrega se è verde
(16mila mq dei 51 mila mq di area boscata), realizza un nuovo centro sportivo
con tanto di stadio, pista atletica e parcheggi sotterranei!
Ma non basta: a fine
2012 l’amministrazione di Corbetta, guidata dal leghista Antonio Balzarotti, ha
anche deciso di avviare il procedimento di variante al PGT per trasformare
un'altra un’area- sempre di proprietà comunale- di 22.000 mq da area di servizi
per la collettività a commerciale per la grande distribuzione. Anche qui,
ecchissenefrega se l'area è totalmente a verde e se a soli 600 metri di
distanza c'è un altro centro commerciale di 27mila mq! In sovrabbondanza,
aggiungiamo che ce n'è un altro a 3,6 km con servizio navetta gratuito.
Non approfondiamo, poi, i contenuti del PGT approvato nel 2010, ma è sufficiente un dato per capire che non è per nulla "leggero" nei confronti del territorio: 22 ambiti di trasformazione, ovvero 22 progetti che vanno a modificare l'assetto urbanistico della cittadina. La firma del PGT è della giunta precedente: lista civica di centro-sinistra. Che forse non prevedeva di cementificare su aree verdi. Ma di cementificare, certamente.
Non approfondiamo, poi, i contenuti del PGT approvato nel 2010, ma è sufficiente un dato per capire che non è per nulla "leggero" nei confronti del territorio: 22 ambiti di trasformazione, ovvero 22 progetti che vanno a modificare l'assetto urbanistico della cittadina. La firma del PGT è della giunta precedente: lista civica di centro-sinistra. Che forse non prevedeva di cementificare su aree verdi. Ma di cementificare, certamente.
Cittadini e
commercianti mobilitati
Sia
per la devastazione del bosco sia per il centro commerciale, i cittadini si
sono mobilitati e hanno costituito il Comitato "Sì al bosco urbano, basta
centri commerciali". E un primo risultato lo hanno raggiunto: nel
Consiglio Comunale del 22 luglio scorso, è stata approvata all'unanimità una
mozione presentata dai Consiglieri di opposizione che, nei fatti:
- riconosce l'indissolubile pregio urbano, naturalistico ed educativo del Bosco Urbano;
- porta a prendere una sorta di impegno volto a sospendere le delibere precedenti che hanno a che fare col bosco se, dopo la discussione con la cittadinanza, emergerà dissenso alla proposta.
Per la cronaca, il bosco urbano è stato realizzato nel 2001 al fine di garantire un "cuscinetto" di verde tra aree densamente urbanizzate. Al progetto partecipò anche la Provincia di Milano che, a suo tempo, finanziò con 64 milioni di lire la piantumazione di circa 2.200 piante autoctone: oggi l'area è un luogo d'incontro, di svago e di cultura a cui gli abitanti di Corbetta sono molto attaccati e a cui non intendono rinunciare.
In parallelo, l'Associazione Commercianti di Abbiategrasso e del Circondario ha attivato una petizione per bloccare la realizzazione dell'ennesimo, realmente inutile, centro commerciale: firmiamola !
- riconosce l'indissolubile pregio urbano, naturalistico ed educativo del Bosco Urbano;
- porta a prendere una sorta di impegno volto a sospendere le delibere precedenti che hanno a che fare col bosco se, dopo la discussione con la cittadinanza, emergerà dissenso alla proposta.
Per la cronaca, il bosco urbano è stato realizzato nel 2001 al fine di garantire un "cuscinetto" di verde tra aree densamente urbanizzate. Al progetto partecipò anche la Provincia di Milano che, a suo tempo, finanziò con 64 milioni di lire la piantumazione di circa 2.200 piante autoctone: oggi l'area è un luogo d'incontro, di svago e di cultura a cui gli abitanti di Corbetta sono molto attaccati e a cui non intendono rinunciare.
In parallelo, l'Associazione Commercianti di Abbiategrasso e del Circondario ha attivato una petizione per bloccare la realizzazione dell'ennesimo, realmente inutile, centro commerciale: firmiamola !
giovedì 5 settembre 2013
SERVE UNA REGOLAMENTAZIONE SUI PESTICIDI
Pesticidi:
serve una regolamentazione locale
per
difendere salute, ambiente e produzioni di
qualità
Successo del
convegno ad Albairate organizzato dal Comune lo scorso 31
maggio
Si può e si deve ridurre l’uso dei
pesticidi in agricoltura, con l’informazione ma anche con una regolamentazione
per difendere la salute pubblica e le produzioni agricole locali di
qualità. Queste le
conclusioni del convegno tenutosi venerdì 31 maggio ad Albairate organizzato dal
Comune e promosso da Legambiente Terre di Parchi, Distretto di economia solidale
rurale e Associazione medici per l’Ambiente, che ha visto riempirsi la sala
consiliare fino a tarda serata di molti agricoltori, politici e
cittadini.
Gli esperti sono stati
chiamati a illustrare gli effetti sanitari dei prodotti fitosanitari con
particolare rilievo ai danni che un uso massiccio e continuato può arrecare
agli stessi operatori agricoli, prime vittime passive di una politica di
prevenzione che si basa su un’informazione scarsa e poco
autorevole.
Ma è stato anche
esposto il problema della deriva dei pesticidi, ovvero dell’ampia
mobilità di queste sostanze chimiche nell’ambiente circostante tale da portarle
a diffondersi anche negli ambiente urbani e ad entrare nella catena
alimentare. Problema particolarmente urgente e attuale anche dalle nostre
parti per l’arrivo delle coltivazioni destinate agli impianti energetici a
biomasse che inondano il suolo di pesticidi e disseccanti senza alcuna
attenzione all’ambiente circostante ma solo al profitto di imprese che non
appartengono neanche al settore agricolo. In questo caso è particolarmente
evidente la necessità di una regolamentazione – come già avviene in molti
comuni – che difenderebbe la salute, l’ambiente ma anche la sopravvivenze delle
stesse aziende agricole locali sia “tradizionali” sia
biologiche.
Il tema del
pericolo dell’esposizione ai pesticidi riguarda quindi tutti e l’impegno nel
salvaguardare l’ambiente e la salute deve portare gli enti
preposti ad assumere posizioni precise e coraggiose.
Agricoltori e cittadini
devono poter accedere a informazioni corrette, aggiornate e affidabili, mentre
purtroppo in Italia, a causa della sistematica carenza di fondi nella
ricerca, si deve far conto molto spesso su quanto riportano i depliant delle
multinazionali dell’agrochimica.
Un’altra carenza
evidenziata nel corso della serata, è la mancanza di percorsi di studio a
livello superiore e universitario in grado di insegnare tutti i metodi
alternativi all’agricoltura intensiva convenzionale basata sull’apporto di
fattori esterni di origine chimica e sulla meccanizzazione spinta. Fertilità
della terra, stato dei terreni, erosione, compattamenti eccessivi, biodiversità,
rotazioni colturali , recupero e riuso delle sementi prodotte , sono solo alcuni
dei temi su cui riflettere e c’è bisogno di tecnici preparati e di formazione
professionale .
Il ritorno a pratiche di
coltivazioni più naturali richiede invece l’umiltà di riscoprire saperi
contadini che rischierebbero di perdersi se fortunatamente non ci fossero
aziende agricole innovative come quelle che si trovano nei nostri territori in
conversione biologica (oltre una ventina nel Parco Agricolo Sud Milano) o
comunque a lotta integrata e pronte ad aprirsi al mercato del chilometro zero,
alla multifunzionalità, alla difesa del territorio. Si tratta spesso di piccole
e medie aziende, tantissime condotte da donne. L’interesse dei cittadini è forte
nel richiedere questo tipo di agricoltura e molti sono disposti a sostenerla e a
promuoverla.
In definitiva le
associazioni che hanno promosso l’incontro chiedono alle amministrazioni
comunali di aprire un tavolo tecnico per adottare un regolamento sull’uso dei
prodotti fitosanitari più pericolosi a tutela degli operatori ma anche dei
cittadini, prevedendo ad esempio zone di rispetto per aree sensibili
(residenziali, scolastiche ecc.) e per le aziende con produzioni di qualità. Gli
esempi nella nostra regione non mancano: il Parco Agricolo Sud Milano,
per esempio, ha già adottato un marchio ambientale per un buon
numero delle sue aziende e può così offrire l'opportunità di incrementare il
valore della propria agricoltura. Ci vuole solo la volontà per
farlo.
NOTIZIE DALLA FILIERA DELLA FRUTTA DEL DESR
La frutta quest'anno è stata poca per via del freddo e della pioggia continua
della primavera. Gli insetti impollinatori non sono riusciti a fare il loro
mestiere e così i pochi fiori di ciliegio, pesco, albicocco non si sono
trasformati in frutti e siamo rimasti a bocca asciutta. Per fortuna i meli e
i peri hanno prodotto di più, quindi a partire dalla prossima settimana
cominceremo a cogliere i frutti !! La vendita verrà fatta nel mese di
settembre tutti i sabati pomeriggio, ma un sabato o una domenica saranno
dedicati alla raccolta in campo, come abbiamo fatto lo scorso
anno.
Vorremmo che fosse anche una festa, oltre che un lavoro, ci stiamo pensando su....
Vi daremo al più presto informazioni più dettagliate!
Cascina delle mele
via Cascina s.Antonio 1 - Vittuone (Mi)
www.cascinadellemele.it
cell. 3472927995
lunedì 2 settembre 2013
Segnalo questi interessanti articoli pubblicati dall'Associazione Parco Sud http://www.assparcosud.org/
Che noia l'ufficio, fuggo in campagna. Ma la politica deve dare la terra agli agricoltori.
Che noia l'ufficio, fuggo in campagna. Ma la politica deve dare la terra agli agricoltori.
La Mac Oil trivellerà per ricerca gas o petrolio una grande area nell’est di Milano.
L'antico Borgo di Assiano rinasce a nuova vita.
Siamo in debito con la Terra: scatta l'Earth Overshoot Day con quattro mesi di anticipo.
Riccardo
domenica 1 settembre 2013
LA STRADA DELLE ABBAZIE
Che domenica ! Siamo andati in bicicletta da Settimo M. a Morimondo in occasione della 'Festa della Strada delle Abbazie'. Un percorso che complessivamente si snoda per 100 km. per la maggior parte nel Parco Agricolo Sud Milano oltre che nel Parco del Ticino. Abbiamo visitato il borgo e la splendida abbazia cistercense di Morimondo ed incontrato numerosi produttori agricoli di questa parte della terra lombarda. Siamo rientrati nel pomeriggio dopo avere pedalato per oltre 50 chilometri, stanchi ed accaldati ma contentissimi di avere trascorso una bella giornata in quel bellissimo borgo ed in questo splendido territorio. Riccardo
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